Autismo, da 17 a 24 milioni tra i 15-39enni dal 1990 al 2021
"Crisi silenziosa" nell'età adulta: +56% tra i 30-39enni
Da 17,52 a 24,13 milioni. Questo l'aumento di persone con Disturbo dello spettro autistico (Dsa) registrato nella fascia 15-39 anni tra il 1990 e il 2021. Il dato, emerso da un'analisi globale del Global burden of disease (Gbd) è uno dei temi cruciali affrontati in occasione del 50mo congresso nazionale della Società italiana di psichiatria (Sip), in corso a Bari fino a sabato. Sebbene legata in parte alla crescita demografica e a una migliore capacità diagnostica, la tendenza impone per gli esperti una "riflessione drammatica" sull'inadeguatezza dei supporti destinati a questa fascia della popolazione. Per decenni gli sforzi di medici e scienziati contro l'autismo si sono concentrati quasi esclusivamente sui bambini. L'analisi del Gbd fa luce sulla "crisi silenziosa" dell'autismo nell'età adulta. "In molti casi - spiega Liliana Dell'Osso, presidente Sip - queste forme nascoste emergono solo di fronte a situazioni stressanti o cambiamenti importanti, soprattutto nelle donne". "Tutto questo ostacola il processo diagnostico e la presa in carico dell'adulto con l'autismo", aggiunge Emi Bondi, presidente uscente Sip. I dati evidenziano una situazione critica, soprattutto tra i 30-39enni, dove è stato registrato l'incremento più netto (+56%). "Questo fenomeno - spiega Antonio Vita, vicepresidente Sip - supporta l'ipotesi di un 'secondo picco' di difficoltà in età adulta quando si esauriscono i supporti scolastici e si fanno più pressanti le sfide sociali". In Italia, si stima che le persone nello spettro autistico siano circa l'1% della popolazione (circa 500mila individui) mancano dati specifici su quanti siano gli adulti. "Le stime ufficiali indicano che in Italia solo 648 dei 1.214 centri offrono prestazioni anche per l'età adulta - prosegue Vita -. La sostanziale diminuzione dei servizi erogati al compimento della maggiore età è un ostacolo enorme che compromette l'intera vita adulta di queste persone e delle loro famiglie". I passi da compiere, secondo gli esperti, riguardano l'espansione dello screening nell'adulto e il potenziamento dell'assistenza e del supporto nella fascia d'età 30-39 anni. "L'obiettivo globale di creare società inclusive entro il 2030 impone un cambio di paradigma - conclude Bondi -. I servizi per la neurodiversità devono crescere con le persone".
K.al-Muhaysini--al-Hayat